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Postfazione
di Franco Bolelli

Intrepido guru del pollaio cosmico, Gino ci ha parlato e rivelato. Non commetterò ora il sacrilegio di interpretarlo, perché, come l'eterno tao, Gino non può essere spiegato. Ma sulla lingua di Gino, su quella sì, mi è concesso per un attimo posare la mente. Perché dietro il becco di Gino prende forma un esperimento che, tutti presi dalla sua fiammeggiante filosofia, potremmo rischiare di non vedere in tutta la sua profondità ed estensione.

Se i critici letterari non razzolassero (loro sì...) in un pollaio piccolo così e non poco maleodorante, balzerebbe loro agli occhi che da anni non accadeva alla scrittura di fare tanta festa. Con Gino, Andrea Zingoni mette in scena un vero light show della parola, un mix di terrificante inventiva linguistica. Andrea celebra qui il matrimonio fra sperimentazione e comunicazione: ovvero, quando la ricerca di nuovi linguaggi non è esercitazione artificiosa ma energia vitale. Intreccia l'americano della comunicazione avanzata e il toscano dei proverbi della nonna (country-spaziale?). Fa parlare a Gino filosofia e tecnologia, rock e filastrocche, mitologia e letteratura pop.

Come il Pynchon più brillante e come Beck in musica, Andrea mescola miriadi di echi, richiami, ritmi, frammenti sognati, lingue globali e locali: se tutto questo non diventa soltanto un gran pasticcio, è perché sotto c'è acceso il fuoco del paradosso. Perché ormai è chiaro: con la mente logica, il mondo avanzato non può essere abbracciato né tantomeno vissuto, e soltanto chi parla la lingua del paradosso può sintonizzarsi con quelle combinazioni impreviste, con quegli incontri inaspettati, che costituiscono il metabolismo stesso della nuova comunicazione.

Si fa così, allora: prima si leggono le mirabolanti avventure di Gino, poi si legge la sua filosofia pragmatica-visionaria, poi si rilegge Gino per la sua lingua. Poi ci sarà altro ancora per cui Gino andrà riletto daccapo, ma a questo può arrivare soltanto chi ha già compiuto un grande salto nella nostra evoluzione.

FRANCO BOLELLI

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